La diastasi dei retti è una condizione acquisita in cui abbiamo una separazione anormale dei muscoli retti dell’addome, ma con una continuità fasciale mantenuta (non ci sono strappi muscolari), che risulta in un addome sporgente. Viene considerata diastasi una separazione >2cm.
LA DIASTASI ADDOMINALE È NORMALE?
Beer e altri studiosi, dopo aver esaminato 150 nullipare, hanno stabilito che in donne nullipare la diastasi addominale può essere considerata normale fino a 15mm a livello dello xifoide, tra i 22-30mm sopra l’ombelico e fino ai 16mm in un punto di riferimento posto 2cm sotto l’ombelico.
Quindi, una separazione dei retti addominale fino a 2cm può essere considerata normale, anche in donne che non hanno mai avuto gravidanze e normopeso.
CLASSIFICAZIONE DELLA DIASTASI ADDOMINALE
Ranney ha proposto una classificazione della diastasi addominale in base alla larghezza della stessa:
- < 3cm: diastasi lieve
- 3-5cm: diastasi moderata
- > 5cm: diastasi severa
La diastasi può essere classificata anche in base alla posizione:
- sovraombelicale
- ombelicale
- sotto ombelicale
QUALI SONO LE CAUSE DELLA DIASTASI ADDOMINALE?
La diastasi addominale si pensa essere associata con una debolezza della linea alba, dovuta a gravidanza o obesità o ad altre condizioni che aumentano la pressione addominale.
In generale, si ritiene che i fattori di rischio siano l’aumento di peso durante la gravidanza, la tipologia di parto, il peso del bambino alla nascita, ipermobilità articolare, sollevamento di pesi, dolore lombare, disfunzioni urogenitali e il livello di attività muscolare addominale e del pavimento pelvico.
La diastasi addominale è fisiologica durante la gravidanza e fino a circa un anno dopo.
La diastasi può essere diagnosticata tramite esame manuale, eseguito da un fisioterapista o osteopata esperto nel settore, o tramite ecografia.
QUALI SONO I SINTOMI DELLA DIASTASI?
Per molto tempo si è pensato alla diastasi come un problema prevalentemente estetico, ma la letteratura recente ha mostrato la sua influenza su un ampio spettro di dolori fisici: dolore lombare, dolore addominale, gonfiore addominale, dolore pelvico, incontinenza, prolasso degli organi pelvici e debolezza muscolare.
Inoltre, l’allungamento e l’assottigliamento della linea alba favoriscono spesso lo sviluppo concomitante di ernia addominale.
SI PUÒ MIGLIORARE LA DIASTASI?
Al giorno d’oggi gli studi non hanno una risposta certa su quale sia il trattamento migliore per la gestione della diastasi addominale.
La cosa più importante è capire se la diastasi addominale è funzionale o meno, perché in molti casi potremo trovare la presenza di diastasi anche importanti in fatto di centimetri, ma che non provocano sintomi perché la muscolatura addominale è comunque forte.
I due approcci più consigliati e ritenuti più validi, comunque, sono:
- approccio conservativo, tramite l’esercizio fisico eseguito con un fisioterapista, osteopata o allenatore esperto in questo ambito.
- approccio chirurgico, che viene fatto solo con diastasi molto importanti o in presenza contemporanea di ernia ombelicale.
A livello di allenamento, la chiave sembrerebbe essere quella di rinforzare l’addome più profondo, in modo da dare maggiore stabilità al tronco e limitare quindi i sintomi come mal di schiena o dolori addominali.
È molto importante ricordare, inoltre, che il complesso addominale lavora in sinergia con la muscolatura del pavimento pelvico, il diaframma e la muscolatura lombare, quindi il lavoro riabilitativo deve includere tutte queste zone, per evitare che una vada in sovraccarico, a causa della debolezza di una delle altre.
La cosa fondamentale è rivolgersi a qualcuno che se ne intenda, in modo da non peggiorare la situazione. Sul sito diastasiaddominale.com si trova un elenco di professionisti che sono esperti nel settore.
Biografia
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