L’artrosi, o anche osteoartrosi, è una patologia degenerativa cronica a carico della cartilagine articolare. Solo in Italia si contano almeno 4 milioni di soggetti affetti da questa malattia, che si annovera quindi fra le malattie più comuni della popolazione, oltre che la causa di disabilità più frequente nell’anziano, con una prevalenza lievemente superiore nel sesso femminile.
Le cause precise che portano all’artrosi sono in gran parte sconosciute. Si ritiene che nella maggior parte dei casi ci sia una concomitanza di fattori che alterano l’equilibrio articolare. Questo può essere mantenuto se un carico normale viene esercitato su una cartilagine normale, quindi tutto ciò che modifica l’equilibrio, agendo sul carico o modificando le caratteristiche della cartilagine, è da considerarsi fattore di rischio per questa malattia.
In particolare, una predisposizione genetica unita all’influenza di fattori ambientali che agiscono soprattutto sul carico (obesità, traumi e microtraumi, sollecitazioni meccaniche…) sembrano essere la combinazione di cause più frequenti nello sviluppo dell’artrosi.
Segni e sintomi della gonartrosi
Tra i sintomi più frequenti riferiti dai pazienti affetti da gonartrosi troviamo:
- Dolore, inizialmente in sede anteriore, antero-mediale e periarticolare, di tipo meccanico. Dopo un periodo di inattività, per esempio al risveglio, si può innescare un dolore di breve durata che si attenua col cammino. Il dolore può essere poi innescato da alcune posture, da azioni come scendere le scale, accovacciarsi, usare i pedali dell’auto.
Col progredire della malattia, invece, il dolore interessa tutta l’articolazione, diventa notturno e si accompagna a frequenti versamenti articolari
- Rigidità
- Perdita di funzionalità, che si manifesta più tardivamente
I segni più rilevanti individuati dal medico invece sono:
- Gonfiore, o tumefazione, che è generalmente duro a causa degli osteofiti, escrescenze ossee che si producono nell’articolazione
- Crepitio, o scroscio, che è una sensazione che il paziente può ascoltare anche da solo e si avverte al tatto durante il movimento attivo o passivo
- Ipotrofia dei muscoli legati al movimento dell’articolazione interessata
- Dolorabilità a flessione ed estensione forzate
Diagnosi
Gli aspetti più rilevanti e tipici della patologia sono rappresentati dalla riduzione dello spazio articolare (per riduzione dello spessore della cartilagine) e dagli osteofiti, osservabili solitamente ai bordi dell’articolazione. Gli osteofiti sono l’aspetto più tipico mentre la riduzione dello spazio articolare è maggiormente associato alla perdita della funzione.
Le indagini strumentali che permettono di individuare queste caratteristiche sono:
- Radiografia (RX)
- Ecografia
- TAC
- Risonanza Magnetica (RM)
Tra questi, la radiografia è sicuramente quello più utile.
Gli esami di laboratorio, e del sangue in particolare, non sono indicati poiché non essendoci processi infiammatori in atto (a differenza dell’artrite) non saranno alterati.
Pur presentando segni radiologici di gonartrosi, è bene specificare che alcuni pazienti non hanno alcun disturbo, per ciò non è necessario che vengano curati.
Fondamentale è quindi la valutazione medica che conferma, o meno, la corrispondenza tra segni oggettivi individuati durante la diagnosi e sintomatologia soggettiva riferita dal paziente.
Trattamento
L’osteoartrosi al momento non è una malattia curabile, in quanto la modalità con cui sorge e progredisce è ad oggi ancora sconosciuta. Come affermano Mohig et al. “Il miglior trattamento per l’osteoartrosi è la prevenzione”.
Il trattamento può essere:
- CHIRURGICO
- NON CHIRURGICO: FARMACOLOGICO e NON FARMACOLOGICO
Il trattamento farmacologico si basa su somministrazione di:
- Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): sono il trattamento di prima linea per la gestione del dolore e hanno effetto superiore al paracetamolo. Attenzione al suo utilizzo in pazienti ad alto rischio di comorbidità. L’utilizzo di FANS topici ha un rischio gastrointestinale inferiore, ma dermatologico maggiore (Es. Diclofenac)
- Paracetamolo: somministrato in dosi e per periodi definiti. Non è più il trattamento di prima linea poiché ha scarsi benefici sul dolore e un suo utilizzo a lungo termine porterebbe ad aumento del rischio di disturbi gastrointestinali e insufficienze multi organo
- Steroidi intra-articolari: utilizzati solo nelle esacerbazioni acute dell'infiammazione articolare, poiché l'uso frequente può causare danni alla cartilagine o alle articolazioni e aumentare il rischio di infezione
- Acido ialuronico intra-articolare: le linee guida non raccomandano l'uso dell'acido ialuronico a causa della mancanza di dati provenienti da studi controllati randomizzati (RCT) sui suoi benefici o sulla sua sicurezza. Una meta-analisi ha trovato solo piccoli benefici per il dolore
- Glucosamina: tutte le linee guida internazionali raccomandano vivamente l'uso della glucosamina perché recenti RCT hanno mostrato effetti simili al placebo
- Oppioidi: sono considerati se il paracetamolo è inadeguato e i FANS sono controindicati, inefficaci o scarsamente tollerati. Tuttavia i pazienti che assumono oppioidi hanno una possibilità di effetti avversi di astinenza che è 4 volte superiore e un rischio di sviluppare eventi collaterali gravi, tra cui fratture ed eventi cardiovascolari, che è 3 volte superiore
Il trattamento non farmacologico si basa su:
- Istruzione del paziente al quale vengono fornite informazioni sul processo della malattia, la natura, la prognosi, l’indagine e le opzioni di trattamento
- Gestione del peso corporeo modificando lo stile di vita con diete, aumento dell’attività fisica o farmaci in quanto la riduzione del peso svolge un ruolo chiave nella gestione della malattia. L’obesità o il sovrappeso aumenterebbero fino a 5 volte il rischio di sviluppare o peggiorare la malattia. Recenti studi hanno dimostrato che il dolore è ridotto di oltre il 50% dopo la riduzione di peso del 10% circa
- Intervento biomeccanico e utilizzo di ginocchiere e stampelle: sono appropriati per la gonartrosi ma controindicati nel caso in cui siano presenti altre articolazioni artrosiche, oltre al ginocchio, in quanto il loro utilizzo aumenterebbe il carico proprio su queste ultime
- Esercizio fisico e fisioterapia
Un numero crescente di studi ha dimostrato l’efficacia dell’esercizio fisico e della fisioterapia nella gestione dell’artrosi al ginocchio comportando un miglioramento del dolore, della mobilità, della funzione fisica e della qualità di vita dei pazienti, oltre che una riduzione significativa della necessità di intervento chirurgico. L’esercizio fisico è il trattamento di prima linea sostenuto dalle linee guida internazionali.
In particolare sono raccomandati:
- Esercizi di rinforzo muscolare basati sulla resistenza, mirati all’arto inferiore e al quadricipite soprattutto
- Esercizi aerobici
- Esercizi di flessibilità
- Idrokinesiterapia, ossia fisioterapia in acqua, per pazienti con grandi limitazioni funzionali e di mobilità
Conclusioni
- La prevenzione è importante: se le influenze che possono danneggiare il ginocchio vengono eliminate presto, allora lo sviluppo dell’artrosi può essere prevenuto, o almeno la progressione può essere rallentata.
- Ci sono molti trattamenti per la gonartrosi.
- Il trattamento migliore per ciascun paziente deve essere scelto dopo una valutazione individuale della gravità dell’artrosi e dei rischi.
- La chirurgia dovrebbe essere eseguita solo quando il trattamento conservativo è fallito.
Bibliografia
- Kan HS, Chan PK, Chiu KY et al, Non-surgical treatment of knee osteoarthritis. Hong Kong: Hong Kong Medical Journal, Apr 25, 2019;
- 2:127-133.Joern W-P Michael, Klaus U Schlüter-Brust, Peer Eysel, The epidemiology, etology,diagnosis, and treatment of osteoarthritis of the knee. Cologne: Deutsches Ärzteblatt International, Mar, 2010; 107(9):152-162.
Sitografia
- https://www.alomar.it/pubblicazioni/Artrosi.pdf
- https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-del-tessuto-muscoloscheletrico-e-connettivo/patologie-articolari/artrosi